(Archivio Assagioli – Firenze)
RELAZIONE ASSAGIOLI – Poppi, 10-9-1952
Uno dei più funesti pregiudizi che dipende da mancanza di senso e di conoscenza psicologici, è quello che per agire bene verso gli altri bastino i principi morali, gli ideali elevati, l’intenzione buona e l’“amore”, ossia quel sentimento emotivo e personale a cui si vuol dare questo nome.
Dobbiamo invece renderci ben conto che con tutte quelle belle cose sono stati e vengono continuamente commessi errori grossolani, è stata e viene prodotta una somma incalcolabile di sofferenze umane non necessarie. Ciò avviene in tutti i campi della vita umana: nella religione, nella morale, nella vita nazionale, nella scuola.
1° – RELIGIONE
Nella religione la concezione pessimistica della natura umana, l’idea di “salvare le anime” con lo spauracchio della dannazione eterna e l’ossessione del peccato, hanno tormentato innumerevoli esseri umani, e prodotto ogni genere di disturbi nervosi e psichici.
2° – MORALE
Nella morale il metodo di condannare e reprimere le tendenze vitali e naturali, senza dare ad esse alcuno sfogo o mezzo di espressione, senza trasmutarle, ha prodotto una serie di menomati o mutilati psichici, di ipocriti oppure di ribelli e di violenti.
3° – COMUNITÀ NAZIONALE
Nelle comunità nazionali, l’ideale patriottico esagerato ed esclusivo, la dedizione fanatica alla nazione o allo stato – per quanto nobili, se sinceri e genuini – sono stati la causa di guerre disastrose, e sono stati e vengono sfruttati facilmente dagli ambiziosi e dai violenti.
4° – FAMIGLIA
Nella famiglia, i dissidi fra coniugi, che portano a tante separazioni e a non pochi delitti, sono dovuti in gran parte alla fondamentale incomprensione fra i due sessi, che sono di struttura psicologica così diversa, e alla mancanza del più elementare autodominio.
5° – EDUCAZIONE
Non meno gravi sono gli errori di educazione commessi dai genitori verso i figli. Quanto male fa l’affetto possessivo, opprimente, ansioso e dominatore di tante madri; quanto male fanno gli scatti violenti, le minacce e le percosse di tanti padri; oppure le debolezze e le cieche indulgenze di entrambi i genitori.
6° – EDUCAZIONE SCOLASTICA
Nell’insegnamento scolastico molto spesso sembra proprio che i compilatori dei programmi e coloro che li svolgono abbiano la perversa intenzione di far odiare le “materie” e gli “autori” che impongono, con la minaccia dei cattivi voti e delle bocciature; e purtroppo generalmente ci riescono.
Gli esami poi – nel modo antipsicologico, e direi anzi antiumano nel quale vengono fatti – vanno a tutto vantaggio degli sfacciati e dei chiacchieroni, oppure di chi è dotato di memoria meccanica, e a danno dei sensibili, degli emotivi, di coloro che sono dotati di ingegno originale e di facoltà inventive e artistiche.
I rapporti gerarchici fra i cosiddetti superiori e inferiori – tanto quelli individuali quanto quelli collettivi – sono occasione continua di attriti, di malanimo e di lotte subdole e aperte, che derivano, in misura assai maggiore di quanto non si creda, da cause psicologiche e non soltanto da quelle economiche, perché hanno per effetto il danno pratico di entrambe le parti.
Quali sono le cause di tutti questi errori e dei mali che ne derivano? Esse possono essere distinte in tre gruppi:
I) L’ignoranza dei propri moventi inconsci, cioè del fatto, sconcertante ma ormai sicuramente dimostrato, che quasi sempre le nostre scelte e le nostre azioni sono prodotte da impulsi emotivi ben diversi da quelli che crediamo noi, e non di rado addirittura opposti a quelli di cui siamo coscienti.
II) Incomprensione degli altri. Questa è dovuta a due grandi cause:
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la prima è un’illusione che un essere umano sia psicologicamente “unitario” e coerente come lo è il suo corpo. Invece, come ha mostrato la psicologia moderna e l’intuizione di alcuni scrittori geniali (come il nostro Pirandello), o più profondamente H. Keyserling, l’uomo cosiddetto normale è in realtà una congerie di elementi e di tendenze, anzi di varie sub-personalità contrastanti.
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la seconda è la profonda diversità esistente fra gli esseri umani. Essi appartengono a tipi radicalmente differenti, che sentono, pensano e reagiscono in modi completamente diversi.
Sono stati distinti dallo Jung quattro tipi fondamentali: il pratico, l’emotivo, il mentale e l’intuitivo. Essi vivono realmente in mondi diversi. In quattro persone, ciascuna delle quali sia una caratteristica di questi tipi, e che osservino un paesaggio da un’altura, accadranno reazioni del tutto differenti.
Il tipo pratico si interesserà all’agricoltura, l’emotivo volgerà la sua attenzione al gioco delle linee e potrà ricavarne un’ispirazione di carattere musicale, il mentale si preoccuperà delle leggi e dei fenomeni naturali, l’intuitivo volgerà la sua anima a Dio in uno slancio mistico.
Se fossero messe per iscritto le risposte di ognuno dei quattro allo stato d’animo suggerito da quel paesaggio, si stenterebbe a credere che esse siano suscitate dalla stessa cosa.
Per un uomo pratico, resterà sempre un enigma la delicata psiche femminile, e inversamente per una donna del tipo emotivo o intuitivo sarà impossibile comprendere un individuo pratico. Ugualmente spesso si mettono in ridicolo artisti da parte delle persone dotate di forte senso pratico; il Carducci ha alcuni versi polemici contro la concezione del poeta come “perdigiorno che va attorno dando il naso nei cantoni”.
III) La terza causa dei mali suaccennati è la generale ignoranza delle leggi che regolano le energie psichiche e dei metodi per dirigerle e utilizzarle nell’autoeducazione, nell’educazione e in ogni genere di rapporti umani.
L’uomo che sa sfruttare così abilmente la forza del vapore, della benzina e dell’elettricità, è ancora incapace di fare uso consapevole e sapiente delle più ben importanti energie psichiche e spirituali di cui è egli stesso composto.
Orbene, la psicologia moderna nei suoi aspetti migliori, è in grado di offrire mezzi efficaci per eliminare queste tre cause di errori nei rapporti umani e le loro dolorose conseguenze.
La scoperta della vastità e dell’importanza delle attività psichiche che si svolgono al di fuori della nostra consapevolezza (nel nostro subcosciente o inconscio), e l’esplorazione di questo mediante i metodi psicoanalitici, ci permette di scoprire e di smascherare i moventi segreti dei nostri atti dovuti a complessi e a “fantasmi” celati nell’inconscio, e quindi di non essere più dominati da essi nel nostro comportamento con gli altri. Così potremo evitare alcuni degli errori più frequenti e più gravidi di conseguenze; quelli cioè che commettiamo nella scelta della nostra professione o attività sociale, e nella scelta del coniuge.
Lo sviluppo di quella branca della psicologia – che è stata variamente chiamata “psicologia individuale, psicologia differenziale, psicologia della personalità, tipologia, ecc.” – ci dà insegnamenti e mezzi preziosi per comprendere le differenze psicosessuali e i vari tipi psicologici. Accennerò soltanto che, oltre ai quattro tipi fondamentali suaccennati, sono state ben differenziate le due grandi categorie degli estroversi e degli introversi, le due modalità attiva e passiva, e sono state finemente descritte le combinazioni fra tutti i vari tipi e modalità.
Per eliminare la terza causa, si sta sviluppando una nuova “energetica psichica” o “psicodinamica” e vengono saggiati, insegnati e usati efficaci metodi di azione psicologica e spirituale. Indicherò soltanto i principali:
1) Trasformazione e sublimazione delle energie psichiche.
Nei cosiddetti metodi di educazione, o meglio pseudoeducazione vigenti fino a poco tempo fa, si conoscevano e usavano (salvo eccezioni costituite da educatori intuitivi) quasi soltanto due procedimenti: la repressione violenta delle tendenze spontanee o il loro sfogo più o meno regolato. Invece, è stato riconosciuto che le energie psichiche possono trasformarsi, anzi si trasformano continuamente, le une nelle altre, e che quelle istintive possono venir trasmutate in energie superiori, possono alimentare le più alte attività creative.
I due tipi di energia, esuberanti nell’uomo, che più necessario e urgente è trasformare e utilizzare, sono quelle sessuali e quelle combattive. In tal modo si potrà contribuire efficacemente alla soluzione dei più aspri conflitti che insorgono nei rapporti individuali e collettivi. (A questi due tipi di trasformazione ho dedicato due studi, uno dei quali sarà pubblicato prossimamente in Scuola e città).
2) Identificazione e dominio superiore.
Questo metodo si basa su un principio centrale della vita psichica, e cioè che noi siamo dominati e asserviti da tutto quello con cui il nostro Io si identifica; e viceversa possiamo dominare tutto quello da cui ci disidentifichiamo.
Quando ci identifichiamo con una debolezza, ci paralizziamo da noi stessi. Se invece diciamo: “un’onda di debolezza tenta di invadermi”, ci sono due forze: il nostro io vigile e la debolezza; ma l’io vigile non si lascia travolgere tanto facilmente. Quando però il nemico interiore è più forte, l’io vigile può essere vinto, anche se non sempre del tutto.
A questo metodo si collega quello della scoperta del nostro vero io. Il nostro io cosciente si identifica con i vari contenuti della coscienza. Ma riflettiamo sul fatto che i contenuti della coscienza sono caleidoscopici. Si passa da uno stato d’animo a quello opposto, sebbene l’io vigile sia sempre lo stesso. Vi è dunque qualcosa che rimane sempre reale e profondo, senza il quale non si spiega l’identità personale attraverso i vari cambiamenti del contenuto della coscienza o dei vari stati d’animo. La maggior parte degli uomini non ha coscienza dell’io profondo, ma tutti coloro che ne hanno raggiunto la coscienza, ne hanno una profonda sicurezza. L’io empirico e l’io autocosciente non sono due cose diverse. L’io empirico non è che un riflesso dell’io profondo. Il riconoscimento di questo porta al riconoscimento della nostra stessa natura negli altri: in questo senso si ha la base scientifica della fraternità, della comunione.
Da poco tempo infine è possibile riunire e combinare tutti questi metodi in un piano organico di ricostruzione e di rigenerazione individuale e collettiva, di una vera e profonda psicosintesi.
La psicosintesi può essere: individuale e interindividuale.
Gli individui isolati non esistono. I retti rapporti umani d’altra parte non si stabiliscono se non si è raggiunto un certo grado di psicosintesi individuale.
La psicosintesi interindividuale si suddistingue in:
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Psicosintesi della coppia.
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Psicosintesi della famiglia.
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Psicosintesi dei vari rapporti umani e dei vari gruppi, comunità di ogni genere, nazioni, continenti, umanità.
La meta più alta, l’Umanità, non deve far dimenticare che le nazioni sono gli organi di questo integrarsi umano.
La meta è questa psicosintesi dell’Umanità in un organismo bio-psico-fisico umano e profondo.
Discussioni e domande
Cappelli: l’io empirico vive di una vita riflessa rispetto all’io profondo. Com’è possibile che l’io profondo, identico per natura in tutti gli esseri, possa sostenere elementi subentrati per giustificare le differenze nazionali?
Assagioli: la costituzione organica è organizzata con cellule di uno stesso tipo, con organi e apparati; tutto si rivolge ad una armonia per mezzo di elementi diversi. Così tra i gruppi individuali c’é collaborazione tra elementi distinti.
Cappelli: risponde che l’analogia non soddisfa, perché i vari organi sono definiti nell’ordine psicologico; se questo limite c’é, da che cosa è stabilito?
Assagioli: dice che la nazione costituisce una somma di energie emotive che non si può annullare: l’inconscio collettivo nazionale è potente. Questo è un fatto: occorre sorpassarlo senza riuscire a distruggerlo? oppure si possono incanalare queste cariche emotive utilizzandole? Quest’ultima è la soluzione giusta: utilizzare quest’inconscio in una sintesi superiore, che può essere l’umanità.
Cappelli: chiede di sapere se fra i tipi psicologici fondamentali vi sia interferenza.
Assagioli: si tratta non di tipi estremi ma di prevalenze.
Cappelli: i fantasmi che si manifestano nell’inconscio e che possono affiorare in ciascun uomo e contro cui l’uomo si deve agguerrire, sono innati o acquisiti?
Assagioli: innati e acquisiti. Vi sono molte immagini che pare abbiano carattere innato. Per ciò che riguarda la specie possono ritenersi innate, se non per l’individuo.
Cappelli: che importanza ha la psicologia rispetto alla pedagogia, sopratutto per ciò che si riferisce ad un’eventuale riforma dei programmi?
Assagioli: risponde che la psicologia convalida il concetto centrale della pedagogia moderna, per cui educare è “educere”, aiutare a formare se stessi.
Morabito: chiede la portata pratica e sociale della distinzione fra introversi ed estroversi.
Assagioli: non esistono tipi puri, questa è soltanto una prima grossolana definizione. Ci sono introversi in un senso che sono estroversi in un altro. Ad esempio: uomini attivi e dinamici, come Cesare e Napoleone, sono estroversi attivi; uomini suggestionabili ed emotivi sono estroversi passivi. La portata sociale di tale distinzione è altissima. Le maggiori incomprensioni avvengono appunto tra introversi ed estroversi. In Italia, ad esempio, dove predominano gli estroversi, gli introversi hanno una triste sorte. Al nord, invece, predominano gli introversi. Il problema è notevole nei suoi riflessi pedagogici: sino a che punto vanno corretti i tipi? Sono utili le classi differenziali?
Borghi: anche ammesso che noi siamo dominati e asserviti da tutto ciò con cui ci identifichiamo, è bene affermare che, da un punto di vista pedagogico, noi non abbiamo bisogno di dominare la realtà umana, gli altri, ma di comprenderla. Il problema è quello di ritrovare la possibilità di identificazione con gli altri. (Spinoza: “La nostra felicità dipende dall’affetto e dalla nostra possibilità di accostarci ad esso indipendentemente dalla passionalità”). Anche il processo dell’apprendere è determinato dall’immedesimazione, e non dalla disidentificazione.
Assagioli: il metodo della disidentificazione è adatto per gli introversi; per gli estroversi, quello delle identificazioni successive vale assai di più. È necessario disidentificarsi da ciò che ci opprime, che ci tiene schiavi. Chi si identifica troppo con una virtù può diventare fanatico. L’ideale spirituale sarebbe veramente la disidentificazione anche da ciò che è considerato moralmente buono.
Borghi: il concetto psicologico di nazionalismo non è assoluto; esiste un’altra realtà psicologica, quella del super nazionalismo. Tutto il cumulo di affettività ed emotività, indirizzate in senso nazionalistico, può essere bilanciato da un parallelo cumulo di affettività indirizzate all’internazionalismo. Favorendo questo rapporto, noi lavoriamo per un necessario equilibrio.
Assagioli: nella prassi pedagogica effettivamente è l’internazionalismo che va favorito.