Uso dei simboli nel percorso di Crescita
di Andrea Bonacchi
Cos’è un simbolo?
Il “simbolo” è qualunque cosa evochi significati che vadano oltre quello letterale e immediatamente apparente. Ad esempio una pietra squadrata può essere intesa semplicemente come un blocco di materiale da costruzione, ma può essere anche simbolo di solidità, di forza, di resistenza, di pesantezza e perfino un simbolo spirituale (“La pietra scartata dai costruttori è diventata testata d’angolo” – Matteo 21, 42 e Salmo 118)
I simboli possono essere non solo oggetti (come il diamante, il sole, l’albero, la rosa etc), ma anche gesti (il simbolismo dei rituali, i “mudra”), personaggi (personaggi della storia, dello sport, dei fumetti o dei libri, allegorici), storie (i miti).
Esistono varie classi di simboli: simboli della natura (ad esempio luce, fulmine, tempesta), animali, simboli umani legati ai ruoli (ad esempio camice bianco, toga, tuta blu), figure mitologiche, simboli spirituali (croce, colomba, candelabro a sette braccia), etc….
La parola “simbolo” deriva dal latino symbolum ed a sua volta dal greco symbolon (σύμβολον), termine legato al tema del verbo symballein (dalle radici σύμ- sym-, “insieme” e βολή, bolḗ, “getto”), avente il significato approssimativo di “mettere insieme” due parti distinte. In greco antico il termine symbolon aveva il significato di “tessera di riconoscimento”, secondo l’usanza per cui due individui, due famiglie o anche due città, spezzavano una tessera, di solito di terracotta o un anello o una moneta, e ne conservavano ognuno una delle due parti a conclusione di un accordo o di un’alleanza. Il perfetto combaciare delle due parti della tessera provava l’esistenza dell’accordo.
Il simbolo, come l’antico symbolum, è quindi qualcosa che svolge la funzione di mettere insieme idee, emozioni, desideri, intuizioni, percezioni, valori da esso evocati. In questo senso i simboli sono per Roberto Assagioli, psichiatra italiano fondatore della Psicosintesi, veri e propri “accumulatori di energie psichiche”. Ci sono alcuni simboli che hanno davvero un grande potere di condensare ed evocare energie psichiche; ad esempio uno di questi è il “cuore”, un altro è la “luce”.
Scrive AnnaMaria Finotti nel libro “La grotta interiore”: Il simbolo “mette insieme”, congiunge due metà, che disgiunte non trovano significato: stabilisce una relazione tra il concreto e l’astratto, il fisico e il metafisico, lo storico e il metastorico, il razionale e l’intuitivo tra ciò che è visibile e ciò che è invisibile e, così facendo, ridà significato nella ricostruita unità alle sue parti.”
All’interno del medesimo simbolo vi sono evocazioni simboliche molteplici. Questo vuol dire che uno stesso oggetto può rimandare a persone diverse significati diversi, e alla stessa persona significati diversi in momenti e circostanze diverse, e perfino che uno stesso oggetto alla stessa persona può contemporaneamente suggerire significati e livelli di lettura molteplici.
Diversamente dal simbolo che evoca solitamente una molteplicità di significati un “segno” (o segnale) esprime un significato concreto, unico, semplice. I simboli sono inoltre differenti dai segni, poiché questi ultimi hanno un puro valore informativo e non evocativo. Sono esempi di segni il cartello stradale del “senso unico” che possiamo incontrare in una strada o i “segni” usati convenzionalmente in matematica (quali ad esempio: =, ≠ , > , + , ≤) o nelle cartine geografiche (segni topografici).
Un segno può diventare un simbolo quando il suo patrimonio di significati si arricchisce; ad esempio il cartello del “senso unico” che un adolescente mette sulla porta della propria camera, da segno si è trasformato in simbolo.
I simboli possono avere una valenza sia soggettiva che inter-soggettiva. A volte la valenza simbolica è essenzialmente soggettiva in quanto i significati, le idee, le emozioni evocate da un oggetto appartengono alla particolare esperienza di vita di una persona. A volte invece i simboli hanno una valenza prevalentemente inter-soggettiva in quanto sono condivisi da un gruppo sociale o da una comunità culturale, politica, religiosa. Alcuni simboli sono oggetto addirittura di una convenzione sociale.
Utilizzo dei simboli per la conoscenza di sé e per la propria crescita
I simboli rappresentano il principale linguaggio della nostra mente. Conoscere il linguaggio dei simboli ci consente quindi di accedere ad una maggiore conoscenza della nostra mente e ci permette di avere degli strumenti in più per cambiare, trasformarci, crescere.
I simboli sono in particolare il principale linguaggio espressivo dell’inconscio, ovvero di quella parte della nostra psiche di cui non abbiamo consapevolezza abituale. I nostri sogni, ad esempio, sono popolati da immagini simboliche e proprio attraverso i sogni contenuti psicologici (come convinzioni, emozioni, intuizioni, desideri) possono emergere dall’inconscio alla coscienza.
I simboli sono anche il linguaggio attraverso il quale possiamo passare contenuti al nostro “inconscio plastico”; in altre parole, usando simboli positivi possiamo fare radicare convinzioni ed emozioni positive nella parte più intima e profonda della nostra mente.
Nel nostro lavoro di crescita i simboli possono svolgere alcune principali funzioni:
1. Funzione rappresentativa: il simbolo rende rappresentabili realtà intangibili alla nostra mente o consente di farle emergere dalla indefinitezza. Quando ad esempio diciamo: “oggi sento il cuore pesante come un macigno”, usiamo i simboli del “cuore” e del “macigno” per rendere rappresentabile e immediatamente comprensibile all’altro uno stato d’animo complesso e difficilmente rappresentabile.
2. Funzione conoscitiva: i simboli ci mettono in contatto con parti di noi o degli altri e ci permettono di riconoscerle e di conoscerle. Ci consentono anche di parlare di noi. Possiamo usare ad esempio la nostra interpretazione dei simboli presenti nei nostri sogni per raccontarci, manifestarci, descriverci. Si può fare anche un uso esplorativo di alcuni specifici simboli, ad esempio possiamo chiederci: “quale animale ci rispecchia? a quale animale sentiamo di assomigliare nel carattere o nel comportamento?”; oppure: “se fossimo un albero quale tipo di albero saremmo?”; on ancora: “con quale tipo di casa ci identifichiamo?”.
3. Funzione trasformativa: i simboli sono catalizzatori della trasformazione, della crescita, dell’integrazione. Possiamo sfruttare l’azione sintropica e armonizzante di alcuni simboli con caratteristiche positive; riflettere su questi simboli o immaginarli e identificarci con i loro aspetti positivi può infatti aiutarci a sviluppare quegli stessi aspetti positivi. Su questo principio si fondano alcune tecniche di meditazione creativa e alcune visualizzazioni. L’utilizzo dei simboli può essere particolarmente utile per aiutarci a sviluppare delle qualità e competenze che ci servono per superare un problema o una sfida che la vita ci sta ponendo.