Molteplici classificazioni tipologiche
Nella nostra vita ci capita spesso di distinguere e classificare noi stessi e gli altri sulla base di caratteristiche le più diverse: alto /basso, bello /brutto, interessante / non interessante, colto / non colto, ricco /povero, credente non credente…. Alcune di queste tipologie si riferiscono in particolare a caratteristiche psicologiche; ad esempio: attivo / passivo, introverso /estroverso, stabile / instabile, ottimista /pessimista, battagliero /arrendevole, materialista / spirituale, disciplinato / ribelle, progressista / conservatore, rigido / adattabile, affidabile / inaffidabile. Distinzioni tipologiche sono anche: i segni zodiacali, l’enneagramma, i quattro temperamenti secondo Steiner , (sanguinico, collerico, flemmatico e melanconico), le categorie di personalità distinte in base alla subpersonalità primaria prevalente (ossessivo, depresso, ansioso, istrionico, narcisista paranoico, etc.)
Classificare vuol dire suddividere un insieme di oggetti in gruppi omogenei, in classi, in categorie. L’uomo tende a classificare tutto ciò con cui viene in contatto: le sostanze chimiche, le creature viventi, le stelle, i libri, gli abiti, le automobili e così via. Non c’è oggetto che non sia classificabile e che in qualche modo non sia stato classificato. Viene spontaneo chiedersi: perché tanto impeto classificativo? Una delle possibili risposte richiama il fatto che classificare è uno dei processi insiti al nostro meccanismo di conoscenza: da un lato conoscere ci porta a classificare, dall’altro classificando conosciamo e approfondiamo la nostra conoscenza. Una seconda risposta possibile ci riporta alla nostra natura di manipolatori e trasformatori della realtà con cui veniamo in contatto; classificare ci aiuta a definire la materia prima su cui poter intervenire con la trasformazione e ci facilita l’utilizzo degli oggetti.
Ciascuno di noi usa di continuo giudizi, valutazioni e classificazioni su se stesso e sugli altri. È importante prendere coscienza che i giudizi possono causare molta sofferenza o viceversa piacere, possono nutrire l’autoapprezzamento e essere stimolo alla crescita; vanno pertanto usati in modo consapevole e saggio.
Le classificazioni tipologiche di Assagioli: Psicologia Differenziale in Psicosintesi
Roberto Assagioli, psichiatra fondatore della Psicosintesi, espone il suo pensiero sulle classificazioni tipologiche basate sulle caratteristiche psichiche nell’Appendice quinta al testo “L’atto di volontà” e in alcuni scritti raccolti nel libretto intitolato “I tipi umani”.
Nell’Appendice quinta Assagioli introduce i termini “Psicologia differenziale”: “Secondo il Dictionary of Psychological and Psychoanalytical Terms, la psicologia differenziale è la branca della psicologia che studia i tipi, le quantità, le cause e gli effetti delle differenze individuali e di gruppo nelle caratteristiche psicologiche.”
Una parte dell’interesse di Assagioli per le tipologie deriva probabilmente da un simile interesse di uno dei suoi maestri: K. G Jung. Jung ha identificato quattro tipologie di persone sulla base del prevalere di una delle quattro funzioni psichiche che egli riconosce nell’uomo: sensazione, sentimento, pensiero ed intuizione. La classificazione di Jung diviene poi ottuplice considerando che il prevalere di una funzione si può associare ad un modo di essere principalmente estroversi o introversi.
E’ interessante notare che il fondatore della Psicosintesi mette in guardia i lettori sul rischio di attribuire una eccessiva importanza alle classificazioni tipologiche nessuna delle quali è al momento pienamente soddisfacente peccando di incompletezza o di parzialità ed unilateralità nella scelta dei criteri di suddivisione dei temperamenti. Su questa base, le classificazioni tipologiche non devono essere però rifiutate bensì opportunamente scelte ed utilizzate. Scrive Assagioli: “una classificazione basata su divisioni artificiose, arbitrarie, o superficiali, sarà di scarso valore pratico, e può diventare un ostacolo e distorcere la nostra percezione della realtà.” […] “Con queste riserve le descrizioni tipologiche basate sulle differenze fondamentali, e quindi in grado di tenere pienamente conto della complessità e della fluidità della vita psicologica degli individui, possono, se usate saggiamente, fornire un sostanziale aiuto per una comprensione più profonda e più precisa. Ma richiedono di essere perfezionate ulteriormente e di tenere giustamente conto delle molte dimensioni psicologiche. Soprattutto, devono essere sottili e flessibili, aperte alle sfumature e le coloriture individuali, alle sovrapposizioni e le interpenetrazioni. Non devono essere semplicistiche né pretendere di essere definitive, ma tenere conto del mutamento continuo e dell’illimitato potenziale di crescita di ogni individuo.”
Le classificazioni tipologiche possono condizionare sia in senso positivo che negativo. A questo proposito è interessante ricordare una ricerca di diversi anni fa: alcuni studenti furono divisi alla cieca in due gruppi. Alcuni furono trattati come fossero bravi, gli altri come meno bravi. A fine anno quelli considerati bravi avevano effettivamente ottenuto risultati migliori. Inoltre le classificazioni applicate agli esseri umani e ai gruppi sociali possono portare a sottovalutare ciò che accomuna rispetto a ciò che fa differire con conseguente stimolo alla conflittualità sociale, razziale, religiosa.
Assagioli ha distinto sette principali tipologie di persone. Ciò che caratterizza maggiormente l’appartenere ad una delle diverse tipologie sono gli aspetti vitali che maggiormente realizzano una persona:
- Tipo Amore:realizza se stesso attraverso rapporti positivi e affettivi con gli altri.Compito evolutivo è integrare in particolare le caratteristiche della tipologia volontà. Principalmente è importante che sviluppi la capacità di riconoscere ed esercitare la propria libertà.
- Tipo Volontà: realizza se stesso attraverso l’espressione libera della propria volontà.Compito evolutivo è integrare in particolare le caratteristiche della tipologia amore. Principalmente è importante che sviluppi la capacità di assumersi responsabilità (integrazione libertà-responsabilità), che diventi responsabile per gli altri.
- Tipo devozionale-idealistico:realizza se stesso spendendosi per un ideale o un valore, dedicandosi con generosità a un progetto, iniziativa, organizzazione.
- Tipo attivo-pratico:realizza se stesso traducendo le leggi della vita, le idee, le intuizioni in azioni, dando concretezza e tangibilità a ciò che sa e in cui crede.
- Tipo creativo artistico: si realizza creando delle sintesi. Ricerca l’armonia essendo particolarmente sensibile e insofferente alle dicotomie (es. vita/morte, bello/brutto; es dell’artista che si cimenta in una ricerca di sintesi tra l’intuizione che ha in testa e la materia con cui realizzarlo)
- Tipo scientifico:si realizza comprendendo le leggi che sottostanno ai fenomeni, indagando i principi dell’esistenza.
- Tipo organizzativo:si realizza mettendosi al servizio di un gruppo, promuovendo la crescita di un gruppo o di una istituzione più che la propria
Ciascun individuo ha in realtà tutte e sette queste tipologie ma spesso una o alcune prevalgono su altre come modo abituale di esprimersi.
Dagli scritti di Assagioli è possibile trarre per ognuna delle sue sette tipologie un elenco di caratteristiche psichiche che le descrivono ed identificano:
Tipo amore: attaccamento – avidità – golosità – amore per gli agi, pigrizia – indecisione – procrastinazione – paura dell’abbandono – paura di stare soli – tristezza per relazioni insoddisfacenti – necessità di sentirsi amati – necessità interiore di sentirsi innamorati – interesse per le piccole cose, i dettagli – piacere di insegnare, educare – desiderio di proteggere, nutrire, rinforzare gli altri – sensibilità – costruttività – spirito di cooperazione – prudenza – giustizia – lealtà – accettazione – tolleranza, rispetto – umiltà – socievolezza – mitezza – generosità – compassione – empatia – gentilezza – tatto – amore oblativo .
Tipo volontà: separatività – distruttività – aggressività – impazienza – scarsa considerazione dei sentimenti altrui e propri – egoismo, egocentrismo – isolamento – competitività – irritabilità – amore per la discussione e la critica (combattività mentale) – ostinazione – ambizione – desiderio di dominio – attivismo – fiducia in sé – decisione – fermezza – coraggio – capacità di assumersi responsabilità – concentrazione – chiara visione .
Tipo devozionale-idealistico: fanatismo – intolleranza – pregiudizio – unilateralità – rinuncia ai compromessi – criticismo – invadenza – ostinazione – venerazione, devozione -idealismo – combattività – fervore – capacità di sacrificio di sé – sopportazione –costanza – ascetismo – misticismo – sincerità – lealtà – fedeltà – assenza di paura .
Tipo attivo-pratico: attivismo sfrenato – impazienza – fretta ansimante, agitazione – tendenza ad una visione materialista – attaccamento al denaro – arrivismo – abilità manuale – capacità di manipolare – abilità nell’osservazione – capacità di analisi – intraprendenza – efficienza – inventiva .
Tipo creativo-artistico: scarsa praticità – perfezionismo – creatività – intuizione – amore per la natura – amore del bello e dell’armonia – senso estetico – percezione dei contrasti – umorismo – comprensione umana – sensibilità – imparzialità – equilibrio .
Tipo scientifico: indifferenza e freddezza – orgoglio ed arroganza – criticismo – disordine materiale – mancanza di concretezza e praticità – distacco – perseveranza – concentrazione – accuratezza – intelligenza – visione ampia – onestà intellettuale – elasticità e apertura mentale – chiarezza mentale – diplomazia – capacità di analisi e sintesi – comprensione .
Tipo organizzativo: formalismo – rigidità – pedanteria – eccessiva identificazione nelle regole piuttosto che nello scopo – orgoglio – pazienza – perseveranza sicurezza di sé – cortesia – abilità pratica – cura dei dettagli – accuratezza – attività costruttiva – cooperazione -capacità organizzativa – mente chiara – disciplina .
Leggendo le caratteristiche possiamo riconoscerci in alcune di queste e ciò può aiutarci a comprendere a quali tipi noi apparteniamo.
E’ importante notare che ne “I tipi umani” troviamo una trattazione a scopo esplicativo di sette tipologie “pure” e delle relative caratteristiche. Nella realtà questi tipi puri non esistono o sono molto rari. Solitamente una persona appartiene a più di un tipo e questo può creare varie combinazioni e conflitti.
Sempre nell’Appendice quinta al testo “L’atto di volontà” Assagioli presenta la classificazione binaria in estrovertiti (estroversi) ed introvertiti (introversi) a seconda che la tendenza o direzione dell’interesse vitale sia rivolta al mondo esteriore o ai contenuti interiori. Sia gli estroversi che gli introversi si dividono poi in attivi e passivi a seconda dell’atteggiamento assunto nei confronti del mondo esteriore o dei contenuti psichici. Se l’interesse vitale è “rivolto verso il basso” ovvero all’inconscio nei suoi aspetti inferiori si parla di subversione; se è rivolto verso l’alto ovvero verso gli aspetti superiori della psiche, il supercosciente ed il Sé si parla di sopraversione. Assagioli distingue poi, in base alle direzioni nel tempo dell’interesse vitale, fra persone anteroverse, orientate verso il futuro, innovatrici e persone retroverse orientate verso il passato, conservatrici. Conclude Assagioli: “il fine psicosintetico è quello di acquistare la capacità di dirigere le energie a volontà – vale a dire, per mezzo della funzione direttiva della volontà – in ogni direzione e maniera, secondo gli scopi, le intenzioni, le necessità e le richieste specifiche. Questa può essere chiamata poliversione.”
Assagioli sostiene che le classificazioni tipologiche per essere adeguate devono essere aperte alle “sovrapposizioni e le interpenetrazioni”. Ognuna delle diverse classificazioni ci dà una differente visuale di noi e ci aiuta ad aggiungere elementi nuovi di auto-conoscenza. Di contro, una classificazione che desse una visione univoca di noi escludendo altri percorsi bloccherebbe il nostro processo di auto-conoscenza.
Appare chiaro che la distinzione dei sette tipi umani bene si integra con le classificazioni dicotomiche che Assagioli espone nell’Appendice quinta al testo “L’atto di volontà”. Ad esempio le persone che si riconoscono nel tipo amore sono solitamente estroversi. Spesso in alcuni prevale, consciamente o inconsciamente, una atteggiamento più passivo che si esprime in un desiderio di essere amati dagli altri (mariti, mogli ,figli, amici, colleghi etc.) mentre in altri può prevalere un atteggiamento più attivo di amore per ciò che gli altri sono realmente, di amore che si fa dono.
In Psicosintesi si distinguono quattro livelli di espressione della persona: il livello fisico, l’emotivo e mentale, il relazionale e lo spirituale. Attraverso questi livelli la personalità si esprime nelle sue caratteristiche distintive e le nostre tipologie si manifestano.
Che una persona possa presentare a livelli diversi caratteristiche tipologiche differenti è un corollario del fatto che raramente esistono tipi puri e che in realtà la maggior parte di noi è un tipo misto con alcune note tipologiche prevalenti che possono trovare nei diversi livelli vie preferenziali di espressione.
Per approfondire la conoscenza di noi stessi possiamo quindi osservare ed analizzare come le nostre caratteristiche psichiche tipologiche si esprimono ai diversi livelli.
Scoprire in noi stessi e negli altri le note tipologiche prevalenti sarebbe relativamente semplice se non ci fossero i desideri. I desideri complicano terribilmente le cose condizionando pesantemente la percezione di ciò che noi siamo e di ciò che gli altri sono. In alcuni casi l’idea di ciò che siamo e di ciò che vogliamo diventare è condizionata dall’idea di noi che hanno altri (altrui desideri). A volte ci piace, spesso inconsciamente, dare agli altri una immagine diversa di noi e, nelle nostre intenzioni, migliore rispetto a ciò che siamo veramente (desiderio di apparire diversi). A questo proposito è importante osservare che non è opportuno considerare una tipologia superiore all’altra ma ciascuna va considerata come l’inizio di una via personale di evoluzione.
Del desiderio di apparire diversi da ciò che si è parla Assagioli ne “I tipi umani” presentando i concetti di “meccanismo di compensazione” e di “iper-compensazione” : “Lo stesso principio [di compensazione] è attivo nella nostra vita psicologica, nella quale tende a correggere gli eccessi e le deviazioni, risvegliando gli elementi che sono opposti o complementari a quelli dominanti. Per varie ragioni, però, questo potere di auto-regolazione di compensazione non sempre funziona alla perfezione, sia nella nostra vita fisica che in quella psicologica. Talvolta esso è insufficiente; in altri casi opera all’eccesso, producendo reazioni esagerate, o ciò che potrebbe essere chiamato iper-compensazione. Infatti abbiamo spesso la tendenza a sopravvalutare proprio le qualità che ci mancano.”
Spesso quindi nella vita possiamo esprimere caratteristiche tipologiche che non sono autentiche ma condizionate dai desideri; ci è quindi richiesto un particolare sforzo per una profonda comprensione. Quanto detto per la conoscenza di noi stessi vale anche per la conoscenza degli altri. Non di rado nell’attribuire ad altri una tipologia di appartenenza siamo condizionati e tratti in inganno dalla parzialità della nostra conoscenza e dal nostro desiderio di come vorremmo che gli atri fossero.
Riconoscere le proprie e altrui tipologie di appartenenza
Scrive Angela Maria La Sala nel suo trattato “I sette temperamenti umani”: “La maggior parte dell’infelicità umana deriva dal fatto che l’uomo non conosce se stesso, non sa distinguere, in mezzo alle molteplici fluttuazioni della sua psiche, la sua vera e intima essenza, la sua nota permanente”.
Comprendere ciò che siamo, la nostra intima natura, le nostre caratteristiche psichiche è spesso opera assai lunga e ardua. Un pungolo molto efficace nello spingerci verso la ricerca di questa comprensione è rappresentato dall’infelicità. Essere infelici, insoddisfatti della nostra vita, ci induce ad essere diversi, a trasformarci. Per poter diventare diversi, cambiare, migliorare e crescere è innanzitutto necessario conoscere ciò che siamo. Ogni viaggio ha un punto di partenza; e la scoperta di ciò che siamo è al tempo stesso punto di partenza e possibile meta del viaggio. Si parte dalla scoperta di ciò che siamo in questo momento per arrivare a scoprire ciò che siamo veramente e per riuscire ad esprimerlo.
Nel viaggio alla scoperta di noi stessi, così come in ogni altro viaggio, sono di grande aiuto le mappe di riferimento. Le mappe sono disegnate da altri viaggiatori che prima di noi hanno intrapreso la stessa avventura e che descrivono quanto hanno imparato mettendolo a nostra disposizione per renderci il viaggio più agevole.
Le tipologie umane possono essere viste come una mappa della nostra psiche e rappresentano pertanto uno strumento utile per imparare a conoscerci.
Riconoscere negli altri le tipologie di appartenenza è per Assagioli “un esercizio interessante e utile per affinare la nostra percezione psicologica”. Inoltre comprendere le caratteristiche psichiche e le tipologie di appartenenza delle persone con cui abbiamo un rapporto ci aiuta a stabilire con loro una relazione più consapevole, più efficace e matura.
Nell’Introduzione a “I tipi umani” Assagioli illustra le difficoltà che possiamo incontrare nel collocare alcuni individui all’interno delle tipologie. Questo può essere dovuto ad uno scarso sviluppo e ad apatia per cui le caratteristiche tipologiche non hanno avuto modo di manifestarsi oppure può essere dovuto alla situazione opposta: un individuo evoluto, poliedrico e versatile che ha sviluppato numerose qualità delle diverse tipologie. Vi sono poi situazioni della vita nelle quali particolari esperienze possono nascondere il tipo fondamentale. E’ il caso di una persona mentale-scientifica che si innamora; o di una persona organizzativa che per un forte dolore o lutto subisce uno svuotamento energetico. A rendere più complicata la identificazione dei tipi prevalenti in un individuo si aggiungono poi i su accennati meccanismi di compensazione e iper-compensazione.
Lavorare in gruppo sul riconoscimento delle proprie e altrui tipologie è un esercizio molto utile. Gli altri con le loro osservazioni e giudizi, con le loro risonanze, con le loro testimonianze possono aiutarci a riconoscere e comprendere aspetti di noi che da soli non riusciamo a cogliere. Un punto di vista esterno è una risorsa preziosa.
Altro aspetto interessante è l’osservazione di quali aspetti tipologici mettiamo in gioco nelle relazioni con gli altri e come quindi veniamo percepiti dagli altri in base a questi aspetti. Vi sono ad esempio delle persone timide che vengono scambiate per fredde, distaccate ed altere; questo può essere dovuto al fatto che pur presentando molte caratteristiche del tipo amore quando sono in relazione con gli altri tendono a mettere in gioco difese di tipo intellettuale che li possono far erroneamente interpretare come tipi scientifici freddi e distanti dal mondo emotivo.
Utilizzare le tipologie come strumento di crescita
Dopo aver utilizzato la classificazione in tipologie come occasione di conoscenza e comprensione di noi stessi, di ciò che siamo e di ciò che desidereremmo essere, possiamo impiegare questo stesso strumento per la nostra trasformazione ed evoluzione.
Assagioli ne “I tipi umani” suggerisce tre modalità di lavoro complementari con le tipologie:
1) Espressione : accettare interiormente il tipo cui apparteniamo, le sue caratteristiche e potenzialità, esprimendolo e sviluppandolo “nel modo più puro e più evoluto possibile”.
2) Controllo : scrive Assagioli: “Tutti noi abbiamo la tendenza a seguire la linea di minor resistenza, a continuare cioè ad esprimere e sviluppare le facoltà che sono già attive in noi. […] E’ quindi necessario che le facoltà prevalenti siano saggiamente controllate e tenute entro certi limiti.”
3) Armonizzazione : “consiste nel coltivare le facoltà finora non sviluppate in noi e che non fanno parte del nostro bagaglio psicologico attuale.”
Assagioli indica chiaramente anche la meta del processo di trasformazione e di crescita della personalità: “lo scopo ultimo della nostra evoluzione, è quello di produrre individui completi , con tutte le loro facoltà sviluppate a tutti i livelli. ” ( “I tipi umani” pag. 10)
Come nella ghianda c’è già la quercia, così in ciascuno di noi ci sono delle vibrazioni tipologiche principali costitutive, spesso presenti fin dalla nascita. Compito che ci attende è riconoscere queste note tipologiche e utilizzarle per la crescita ed il benessere.
Andrea Bonacchi, ottobre 2016