di Andrea Bonacchi
Roberto Assagioli, psichiatra italiano la cui vita ha abbracciato la fine dell’Ottocento e gran parte del Novecento (1888-1974), ha introdotto la parola “psicosintesi” nel 1926 e nel corso della sua lunga vita ne ha descritto il significato in una accezione sempre più ampia e inclusiva.
Chi, individui o gruppi, oggi attua la psicosintesi nei suoi principali campi (autoformazione, medicina, psicoterapia, counseling, educazione, relazioni interpersonali e tra gruppi ecc.) lo fa (1) nel rispetto di alcuni principi di base che lo rendono parte dell’ampio e inclusivo movimento psicosintetico e (2) attraverso un insieme di concezioni, metodi e tecniche che fanno parte di uno specifico modo di esprimere la psicosintesi, frutto del personale e particolare percorso di vita e formazione, delle tecniche e prassi apprese, della propria visione esistenziale.
Penso sia quindi giunto il momento di distinguere: (1) la”psicosintesi” come base comune di chiunque scelga di operare riconoscendosi in questo ampio movimento; (2) la “psicosintesi integrata” come espressione e applicazione individuale (o di specifici gruppi) della base comune su cui si innestano e si sviluppano in modo personale e specifico riformulazioni, concezioni, sviluppi teorici, tecniche, pratiche, approcci alla crescita personale e alla relazione d’aiuto.
La psicosintesi come base comune è costituita da:
1. una filosofia di fondo che consiste nel dare un ruolo centrale al bisogno di armonia, integrazione e sintesi in tutte le modalità nelle quali esso si può esprimere.
2. una specifica visione dell’essere umano e della vita: ampia e inclusiva, dinamica ed evolutiva, positiva.
3. la presenza di sette aspetti che secondo Assagioli costituiscono il “nucleo centrale” e “originale” dell’esperienza e dell’allenamento psicosintetici: (1) disidentificazione; (2) il sé personale; (3) la volontà: forte, buona, abile; (4) il modello ideale; (5) la sintesi, nei suoi vari aspetti: (6) il supercosciente; (7) il Sé transpersonale.
La psicosintesi integrata è espressione del principio di integrazione e sintesi incarnato nel singolo individuo o nel singolo gruppo di lavoro. Esprimere l’aspirazione all’integrazione e sintesi vuol dire tenere insieme in modo creativo e fecondo ciò che abbiamo appreso dalle esperienze della nostra vita, quello che abbiamo studiato e imparato dalle esperienze di altri, le metodiche che sentiamo utili per il nostro e altrui benessere. La psicosintesi integrata è quindi l’attuazione degli aspetti di base della psicosintesi in una forma soggettiva e particolare, in uno specifico contesto, in una data epoca.
Volendo usare una metafora, nel movimento psicosintetico siamo come tanti alberi da frutto. Il tronco è simile per tutti gli alberi, un comune porta-innesto. Su questa base comune crescono alberi diversi per chioma, foglie, fiori e frutti espressione di diversi e particolari innesti.
A Roberto Assagioli siamo debitori di questo modo di vedere la psicosintesi. Lui ci ha indicato gli aspetti di base essenziali della psicosintesi. Lui stesso ha poi costruito su questa base la sua personale “psicosintesi integrata” espressione delle sue vicende di vita, degli incontri e delle relazioni significative che ha avuto, dei suoi studi, delle sue caratteristiche di personalità, della sua visione spirituale. Con grande e sapiente umiltà Roberto Assagioli ha relativizzato l’importanza della sua personale “psicosintesi integrata” nell’ambito dell’ampio movimento psicosintetico: “Non esiste ortodossia in Psicosintesi e nessuno, a partire da me stesso, può proclamarsene il vero o autentico rappresentante, capo o leader. Ognuno dei suoi esponenti cerca di esprimerla ed applicarla come meglio è in grado di fare e chiunque ne legga o ascolti il messaggio o riceva beneficio dall’uso dei metodi della Psicosintesi potrà stabilire con quanto successo ciascun esponente ne ha espresso o ne esprimerà lo “spirito”.” (brano tratto dalla: Lettera inviata da Roberto Assagioli l’11 novembre 1967 ai presidenti, membri dei consigli direttivi ed agli altri collaboratori delle Fondazioni, degli Istituti e dei Centri di Psicosintesi.)
A ciascun membro del movimento psicosintetico spetta il compito di costruire la propria psicosintesi integrata in modo saggio e creativo.