di Andrea Bonacchi
La Psicosintesi, come filosofia e prassi di vita e come approccio psicologico, ha una applicazione nel campo della psicoterapia. Lo stesso Roberto Assagioli, fondatore della Psicosintesi, era medico, psichiatra ed esercitava la psicoterapia; molti dei suoi allievi hanno continuato a svolgere attività clinica e nel mondo sono andate diffondendosi, in molti nazioni, scuole di psicoterapia e di counseling che si ispirano alla Psicosintesi di Assagioli.
Nell’ambito della psicoterapia esistono molti approcci diversi e scuole differenti caratterizzati da una propria visione dell’uomo, del disagio psicologico e della terapia.
Per quanto riguarda la visione dell’uomo, essa nella psicoterapia psicosintetica, coincide in larga parte con la visione delle psicologie umanistiche: l’uomo come orientato al benessere, allo sviluppo creativo delle proprie potenzialità, all’autorealizzazione e responsabile del cammino evolutivo personale e collettivo; ogni individuo da considerare nella sua interezza e molteplicità di livelli costitutivi ed espressivi.
Per quanto concerne il modo di inquadrare il disagio psicologico esso viene letto nella sua complessità attraverso i diversi piani nei quali si origina e si esplica: piano biologico, piano psicodinamico e cognitivo, piano comportamentale, piano relazionale e sociale e piano esistenziale e spirituale. La tassonomia dei sintomi e la nosografia dei disturbi adottate in psicosintesi non si distinguono da quelle più comunemente impiegate in ambito psicologico e psichiatrico, clinico e scientifico.
Infine per ciò che riguarda la concezione della terapia del disagio psicologico l’approccio psicosintetico si caratterizza per alcuni aspetti salienti:
► Presenza di obiettivi terapeutici concordati col paziente, verificati periodicamente e più o meno ampi (dal counseling supportivo e problem solving, alla risoluzione di specifici sintomi, allo sviluppo di specifiche qualità e competenze, al trattamento di disturbi psicopatologici e dei disturbi di personalità, alla armonizzazione della personalità e della persona nel suo insieme etc.).
► Riconoscimento della psicoterapia come parte di un più ampio percorso di crescita (ovvero di un percorso finalizzato allo sviluppo di qualità, competenze, comprensioni che permettano all’individuo di accrescere il proprio e altrui benessere e per ridurre la sofferenza).
► Attribuzione alla consapevolezza, volontà e amorevolezza di un ruolo centrale nel processo di crescita e armonizzazione della personalità e nel processo del prendersi cura della propria sofferenza e dei disagi psicopatologici.
► Importanza dell’assunzione di responsabilità dell’individuo nella cura di sé; progressivo allenamento del paziente a prendersi cura autonomamente delle proprie ferite psicodinamiche e a sviluppare una vita meno condizionata possibile dalle ferite e dalle difese.
► Importanza attribuita all’ascolto, riconoscimento, accoglienza, comprensione delle radici e origini del disagio psicologico.
► Importanza attribuita alla individuazione di un modello ideale ovvero all’immagine di ciò che vorremmo e possiamo diventare.
► Importanza fondamentale attribuita agli esercizi e pratiche per sostenere il cambiamento e sviluppare nuove competenze e abitudini.
► Utilizzo di un setting accogliente, elastico e adattabile, solido e affidabile che perciò favorisca l’adesione al processo e al lavoro psicoterapeutico.
► Ruolo fondamentale della diagnosi come processo dinamico, aperto, multidimensionale.
► Riconoscimento degli aspetti di unicità e originalità di ogni persona e di ogni relazione
►Importanza attribuita all’esperienza soggettiva (sensazioni, emozioni, convinzioni, bisogni ecc.) come viene percepita dall’individuo, al di là di possibili interpretazioni e letture esplicative logico-causali.
► Utilizzo di una molteplicità di tecniche di provata efficacia (efficacia provata sulla base di ricerca qualitativa e quantitativa); tendenza a privilegiare tecniche per le quali esiste una evidenza forte o media di efficacia rispetto a quelle per le quali le evidenze di efficacia sono modeste o assenti.
► Attenzione all’intero processo terapeutico e alle sue fasi.
► Valorizzazione delle risorse del paziente e impegno nello sviluppo di qualità e competenze.
► Attenzione all’aspetto motivazionale ovvero a bisogni, desideri, valori e significati.
► Attenzione costante del terapeuta su se stesso (proprie emozioni, bisogni e desideri, aspettative, pensieri, convinzioni, sub personalità etc) e sulla relazione per scegliere di offrire coscientemente e deliberatamente gli aspetti di sé più utili alla psicoterapia.
► Attenzione a mantenere una relazione autentica, genuina, sincera con i pazienti
► Lavoro del terapeuta su se stesso come mezzo per favorire il progresso del paziente.
► Ricorso a mirati interventi psicagogici e psico-educazionali.
► Importanza fondamentale riconosciuta al processo di esplorazione dell’inconscio
► Consapevolezza e rispetto dei tempi, delle fasi, del tempo complessivo del processo.
► Importanza attribuita alla conoscenza e al saggio utilizzo delle sub personalità nello sviluppo del benessere personale e sociale.
► Importanza attribuita alla conoscenza e al saggio utilizzo delle caratteristiche tipologiche individuali.
La maggior parte degli psicoterapeuti che esercitano seguendo l’approccio psicosintetico si riconoscono nella grande maggioranza degli aspetti sopra elencati. Accade però che, per la natura propria della Psicosintesi di sistema aperto e inclusivo, molti terapeuti possano tendere ad includere nella loro visione e prassi psicoterapeutica, oltre ai punti sopra enunciati, anche altri aspetti sia teorici che metodologici con la possibilità, da un lato di un arricchimento, dall’altro di una dispersione e di una forte eterogeneità.